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E' venerdi' pomeriggio, purtroppo la gitarella a Roma sembra essere definitivamente saltata: il bollettino di guerra e' chiaro, neve al centro e sull'appennino, pioggia, vento e freddo (soprattutto freddo) sulla capitale. A me scappa un giro, non c'e' niente da fare, il tempo fuori e' bellissimo, ormai avevo organizzato le cose in ufficio in modo da poter fuggire presto. E ci riesco davvero, poco dopo le 3 sono uccel di bosco, corro a Orino a riempire le Krauser. Poca roba, ma pesante, spazzolino da denti e dentifricio. La meta ? Mi frullava gia' in testa e c'e' voluto poco a decidere: non e' troppo lontano, il clima la' di solito e' clemente, amo a dismisura quei posti tanto da andarci spesso e tornare sempre a casa con la sensazione di aver visto qualcosa di bello e di nuovo. La Provenza.

Alle 16:30 la Grigiona e' pronta, carica e scalpitante nel cortile di casa; alle 17:30 esatte pago il pedaggio all'uscita di Casale Monferrato sud. Un po' di frenesia ce l'avevo, poi volevo evitare di essere in giro con il gelo notturno, inoltre odio l'autostrada, fatto sta che mi sono bevuto l'A26 tra i 180 e i 200 (Ok, sul mio vecchio tachimetro, daccordo, daccordo), cosi' tanto per sciogliere le idee.

Il tramonto intanto e' bellissimo: le poche nuvole che vedo verso ovest / sud-ovest sono sempre piu' rosa, proprio sopra le cime delle montagne coperte dalla neve fresca degli scorsi giorni; le ho quasi di fronte guidando, e ogni tanto intravedo il dentone del Monviso spuntare dalle nebbie di pianura alla mia destra. Ancora piu' bello e' godersi le curve in mezzo alle colline tra Moncalvo ed Asti, quando una bella luna appare sempre piu' luminosa in cielo e in alcuni punti mentre la moto e' in piega ho solo il cielo al crepuscolo al di la' del guard-rail. Me la godo e stragodo mentre fa sempre piu' buio e proseguo in direzione Bra, Fossano e Cuneo. C'e' un po' di traffico, solo qualche camion che rompe un po' le scatole, ma riesco tranquillamente a mangiarmeli tutti. Dopo Cuneo imbocco deciso la statale del Col di Tenda. I prati a lato strada sono imbiancati di fresco, ma e' solo una spruzzatina, vado avanti confortato dalla bella luce che c'e' ancora nell'aria tersa e dal chiarore della luna. L'idea e' di fermarmi per la notte a Vernante, un caratteristico paesino che si incontra sulla strada poco prima di Limone Piemonte. C'e' solo un albergo aperto, quindi la scelta e' facile, purtroppo invece e' chiuso il ristorante al Cavallino dove avevo pranzato molto bene con Daniele e Maramao sempre sulla rotta di Provenza, ma in edizione pasquale (con neve sul passo ...). Sono passate le 20 da poco quando mi fermo sotto l'insegna dell'albergo "Nazionale" che indica un confortante -4 C. La stanza e' caldissima (per fortuna !), e dopo una doccetta riscaldante faccio due passi fino al Cavallino (chiuso) e rientro a provare la cucina dell'albergo. Ottima ! C'e' una superba carta dei vini (siamo pur sempre in Piemonte) e mi lascio andare ad uno splendido assaggio di antipasti misti alla piemontese, di cui ricordo con immenso piacere la Tarta' (o qualcosa di simile), che e' una specie di crepes molto alta servita con una salsina calda di verdure e funghi porcini e uno splendido salame tartufato. Il secondo muore in un piatto di capriolo cotto al vino (ricetta francese) con polenta. Anche la grappa di moscato non mi ha lasciato del tutto indifferente. Locale IRI approved, garantisco io, se vi fidate.

La mattina dopo sotto l'insegna dell'albergo c'e' un bel -6 C, quindi dovro' fare attenzione alla strada del passo, durante la notte c'e' stata una bella gelata. Infatti un paio di volte la Grigiona mi fa 'a mossa, ma solo per ricordarmi di stare tranquillo e attento, cosi' arrivo incolume al tunnel del Col di Tenda sotto un cielo che oggi e' un po' velato, ma regala qua e la' qualche sprazzo di azzurro. La neve sui prati non supera i 10 cm.

Sbucato in Francia mi sembra di sentire qualche grado in piu', ma forse e' solo un'impressione; comunque la strada e' piu' pulita, e riesco cosi' ad aumentare un po' l'andatura, divertendomi un po' di piu'. La strada che scende dal passo attraversa ad un certo punto le Gorges de Saorbe, che avevo visto piu' volte d'estate ma mai in autunno, e l'effetto devo dire non e' male: i massi vicino al corso del torrente sono bianchissimi e l'acqua sembra ancora piu' limpida che d'estate, prendendo varie tonalita' di turchese e di grigio. Ma la differenza la fanno le foglie degli alberi tutt'intorno che incorniciano lo stretto ambiente delle gole con i loro rossi e gialli accesi. Scarico qualche foto e poi al bivio di Breil giro deciso a destra, per andarmi a divertire ! Infatti questa strada e' una delle mie preferite. Una bella serie di curve e controcurve in salita fino al Col de Brouis, asfalto pulito, nessuno in giro, ulivi qua e la' che sbucano dalle cinte delle case e dai campi ad interrompere con il loro verde biancastro i colori delle altre piante ormai decisamente piu' invernali. breve sosta in cima al passo, dove c'e' una locanda, e poi ancora un paio di giu' e su prima di arrivare a Sospel. Sospel e' un paesino carino, con la sua lunga teoria di case multicolore al di la' del torrente che con la sua ampia curva da' praticamente la forma al paese, ma quello per cui in genere lo si ricorda e' il suo vecchio ponte, proprio in mezzo all'abitato, che collega la parte nuova dove passa la strada con la parte vecchia dove si trovano le abitazioni piu' antiche. E' un ponte a due arcate, con una torretta proprio nel mezzo, sopra il pilone centrale; ma ormai l'antica forma e' un po' dimenticata, la torre non e' piu'perfettamente verticale e tutto il ponte ha qualcosa di irregolare, di stanco, un po' come certe persone anziane che raccontano con le pieghe del viso o con l'incurvarsi del portamento il peso degli anni. A me quel ponte sta simpatico, non so che dire, anche se nella sua torretta oggi ci hanno pure aperto lo sportello dell'ufficio turistico. Due passi e un paio di foto, mi accorgo di aver dimenticato a casa la cartina della regione 1:300.000, e poi su di nuovo verso il Col de Braus, e poi giu' ancora verso Nizza. Quando arrivo a Nizza c'e' un colore particolarissimo sul mare, un chiarore all'orizzonte sotto un cielo che in alcune zone e' quasi plumbeo, e, incredibile, una tinta quasi turchese dell'acqua nonostante il mare un po' mosso. (Ok, io ci provo, ma a giorni ho le foto %^). Il pranzetto lo infilo in una delle svariate Brasserie che contornano l'area del vecchio mercato ortofrutticolo, massacrando una bella bistecchina fatta alla francese con patate e salsacce varie ben sciolte da un'ottima Leffe alla spina. Il cielo e' coperto, alcuni motard del tavolo a fronte mi dicono che arriva l'acqua, e presto; ma quando mi alzo da tavola e' ancora asciuttissimo, e quindi non mi perdo d'animo, e vado incontro al mio giretto pomeridiano, sotto un cielo che promette acqua, ma finora non mantiene.

Ho un sussulto nuovo mentre la Grigiona mi fa scivolare lento per tutta la Promenade des Anglais (i 5 km del lungomare di Nizza, N.d.R.): non so se qualcuno di voi ha mai provato, ma io da poco mi sono entusiasmato per i pattini in linea, o roller che dir si voglia, e vedere la gente su quella bellissima pista ciclabile a fianco al mare mi ha fatto venire una voglia .... ci devo tornare con le rotelle a portata di piede !

Qualche gocciolina rada comincia a cadere, ma non mi sembra cattiva, quindi mi godo tutta la litoranea della penisola di Cap d'Antibes, Antibes e Juan les Pins. Veramente bello: ci sono alcuni scorci con le baiette, le ville e i pini marittimi che sono davvero incantevoli. Poi me ne vado a scorrazzare un po' all'interno per le strade che amo di piu' e scopro una perla nuova: Valbonne. Un bel paesino decisamente provenzale, con una caratteristica piazza e i soliti atelier sparpagliati nelle viuzze strette e lastricate. Poi vado a fare un ripasso al sempre bellissimo St.Paul de Vence e alla nobile Vence. Un po' di sano turismo e shopping casalingo tra le infinite proposte di stoffe e vasellame. Quando ormai e' buio ma ancora incredibilmente asciutto, decido di ritornare sulla costa per la notte, visto anche che non c'e' molta "vita" in questo periodo nelle zone dell'interno. Trovo un simpatico alberghetto a Juan les Pins, e li' piazzo il campo base.

Quando in camera accendo il televisore, scopro che a pochi km di distanza hanno chiuso l'autostrada Lione-Marsiglia a causa delle abbondanti nevicate, ci sono parecchi automobilisti bloccati per neve e gli abitanti della zona si stanno mobilitando per portare soccorso a chi dovra' trascorrere la notte in macchina; le previsioni sono ancora pessime per un paio di giorni, e penso: domani sara' una dura giornata ..... Per esorcizzare tutto questo esco a cena, ci sono un po' di localini e ristoranti aperti nel centro, mi fiondo nella brasserie-pizzeria piu' animata e dimentico le minacce atmosferiche con l'aiuto di un pichet di vino rosso, un'ottima insalatona d'antipasto e un galattico spiedino d'agnello con tutte le farciture d'usanza transalpina. Davvero ottima e speciale anche la torta di mele.

Ritornato al fresco della notte mi basta un'occhiata alla fauna che anima le code all'ingresso delle discoteche e dei bar per decidere di girare al largo: vari squallori da reparto di pediatria in uno sperduto ospedale di provincia. Per fortuna ci sono chilometri di sanissima spiaggia, e in piu' ogni tanto la luna torna a curiosare da dietro le nubi, cosi' recupero la mia passeggiatina digestiva. L'anfibio si adatta bene al cambio della Grigiona quanto alla sabbia appena appena piu' compatta del bagnasciuga.

La mattina dopo, incredibile ed inaspettato, il sole mi fa compagnia mentre consumo l'immancabile e classica baguette con burro e marmellata. Gasatissimo da quell'apparizione, consulto veloce la guida e la cartina (quella nuova, michelin, 1:150.000 che mi sono comprato ieri) e mi lancio in nuove ed insperate iniziative turistiche. Vado ancora un po' all'interno, per belle strade che attraversano boschi di pini marittimi dove ogni tanto si intravedono splendide ville nascoste nel verde, e arrivo a curiosare per le strade di Vallauris. E' un po' diverso rispetto a quello che ho immaginato leggendo la mia guida. C'e' solo un vialone pieno di botteghe per turisti e un centro antico arrampicato su una collina, molto lasciato andare, che potrebbe essere piu' caratteristico se recuperato un pochettino. Di fatto e' abitato da una miriade di francesi di importazione, giunti dalle varie colonie, e' trasmette un'aria di vaga tristezza, anche se molto "vera". Sicuramente e' cosi' che vivevano anche i francesi che hanno costruito queste case, parecchi hanni fa. Il panno steso la fa da padrone, come un po' in tutti i posti dove si respira un'aria di serena poverta'. Pensieroso ritorno sulle strade che tagliano i boschi e le pinete, attraverso il polo tecnologico di Sophia-Antipolis (Mamma IBM!) e approdo a Biot (On n'y soit qui mal y pense). Una bella scoperta. E' molto grazioso, stradine strette e case in pietra da classico borgo provenzale, negozietti, atelier, mostre, etc. Tutto in regola, ma senza dare mai l'impressione di essere finto. E' forse il segreto di questi posti, la gente abita ancora in queste vecchie case, le vuole mantenere e conservare, ne va spesso orgogliosa. Sara' per questo che ci torno sempre cosi' volentieri e mi fa piacere passeggiare per quelle contrade dal sapore antico. Una piccola soddisfazione personale: trovo finalmente i tovaglioli della stessa stoffa della tovaglia che comprai anni fa a Barcellonette, durante una Nizza-Chamonix in solitaria; per voi sara' nulla, ma io erano anni che aspettavo di trovarli !!! Ora posso invitarvi sei alla volta e fare anche una bella messa in scena.

Strano ma vero: il cielo e' sempre un po' scuretto, ma tutto e' ancora asciutto. Comunque si sta facendo tardi, e non voglio arrivare sul turchino dopo il tramonto, quindi verso le 2 riprendo la via della costa. Passo ancora per Nizza, e mi concedo una litoranea verso Monte Carlo e Mentone. Purtroppo attraversando il principato incappo in una serie di deviazioni (c'era una gara podistica o qualcosa di simile, non si capiva bene) e vengo sballottato su e giu' varie volte per la prima, seconda, terza, quarta ed ennesima corniche (ma quante sono ???). Alla fine il panorama paga ampiamente, mi devo bere solo qualche coda di macchine nelle stradine piu' strette. Cosi' spensierato arrivo a Ventimiglia e poi a San Remo, nel disperato tentativo di trovare una paninoteca aperta, possibilmente fronte mare, che mi ispiri una merenda/pranzo prima del rientro. Invece quel pezzo di costa mi ispira solo un'infinita tristezza da locali chiusi, per di piu' e' immerso nel nulla della domenica pomeriggio intonacata di radiocronaca; la botta finale me la da' un passaggio a livello dai tempi infiniti che mi blocca la via verso il lungomare di San Remo. E' decido: sara' un fattoria all'autogrill. Entro cosi' (sigh) in autostrada, facciamo il pieno (io il fattoria, la Grigiona la solita rossa) e rimetto la lancetta del tachimetro su valori a tre cifre. Intanto incredibilmente sopra al mare e' tornato il sereno, e i panorami sulla costiera ligure mi fanno ogni tanto rallentare dalla velocita' a cui spingo la grigia per togliermi di dosso il prima possibile la maledetta autostrada. Ah solo fosse agosto: mi aspetterebbe la SS1 Aurelia e la statale del Turchino, invece devo fare i conti col gelo.

E faccio bene a farli, perche' se sul mare il cielo e' azzurro, sull'appennino si intravede qualche nube, e appena inizio a salire di quota l'aria si fa piu' "pesante", finche' qualche fiocco comincia a cadere. Tutt'intorno comincio a vedere un ambiente vagamente natalizio, le piante sono tutte bianche, sono all'imbrunire, ma la strada e' abbastanza pulita, solo un po' bagnata, e l'intensita' della fioccata e' tale da non bagnarmi nemmeno la tuta in pelle. Confesso che mi sono divertito: il panorama era davvero inusuale visto dall'interno del casco, le gallerie hanno dato un bell'aiuto e la moto teneva bene la strada. Scendendo verso Ovada la neve si e' tramutata in pioggerellina leggera; dava piu' fastidio l'acqua sollevata dalle macchine davanti a me che non la pioggia che cadeva.

Dopo Alessandria la pioggia e' quasi cessata del tutto, e quindi ho potuto riportare la media un po' piu' in su, piazzandomi su degli onorevoli 180 (Ok, sempre del mio vecchio tachimetro, Ok). Ancora accompagnato dalla stessa pioggerellina arrivo a casa intorno alle 20, giusto per scoprire che la mia caldaia ha un guasto e la temperatura interna si aggira sui 10 C. Festeggio con alcune litanie che se volete vi illustrero' in dettaglio appena ci vedremo, e riesco comunque a fare una bella doccia calda dopo aver scoperto che almeno l'acqua e' alla giusta temperatura, aiutato dal tepore della stufetta elettrica. Appena esco dalla doccia guardo fuori: sta nevicando allegramente ! Bellissimo, ne mette giu' 5 centimetri buoni; rientrato appena in tempo ! La mattina dopo uno spettacolo: i boschi erano tutti imbiancati di quella neve sottile, fine fine, che imbianca ogni angolo. Si, Ok, lo ammetto: li ho visti andando al lavoro .... in macchina.

Comunque un bel week-end, mi sono inventato un bel giro nonostante la stagione, circa 1000 Km, ma belli densi. Freschi, ma densi. Forse si sarebbe potuto anche azzardare un giro a Roma, magari tentando le vie costiere; ma forse meglio aspettare primavera, quando fara' piu' caldo.

Mi scuso con chi magari si sarebbe aggregato per questa pazzia d'autunno se lo avessi avvisato, per esempio Daniele, ma ho deciso davvero all'ultimo momento e avevo bisogno di prendere un po' di aria fresca da solo.