La Gazzetta dello Sport
La "Rosa d'inverno" nasconde, dietro un'espressione gentile e accattivante, una delle iniziative più antiche e popolari del mondo della moto. La tradizione è un bene prezioso e il Moto Club Milano ha saputo ben custodirlo. Per noi della "Gazzetta", oltretutto, si tratta di un bene di famiglia. La moto, in tutte le sue espressioni, appartiene infatti alla storia del nostro giornale, sulle orme di un indimenticabile personaggio, Alberto Bonacossa, che ne è stato fervente appassionato e prestigioso uomo-guida anche in campo internazionale.
Un raduno come "La Rosa d'invemo" dà, prima di tutto, un senso di libertà. Tutto è affidato a una scelta, a un divertimento, al gusto di stare insieme, al desiderio di un giomo diverso: sullo sfondo dell'amore per la moto, sentimento che in Italia trova proseliti in ogni regione. Anche l'aspetto turistico è importante. Il turismo in moto, un viaggio in moto: ecco il sogno per i giovani che vedono in quelle due ruote il primo mezzo e la prima conquista di libertà personale. E turismo, non dimentichiamolo, significa anche cultura.
Ma "La Rosa d'inverno', nota dovunque, conserva anche il suo antico e indelebile timbro lombardo, cioè di una regione che alla moto, in questo secolo, ha dato quasi novanta costruttori, piccoli e grandi, poi scremati dal tempo delle mode, dalle concorrenze intemazionali e dalle ricorrrenti crisi.
Bentornata, dunque, questa "Rosa d'inverno" in un momento felicissimo per il nostro motociclismo agonistico, fiero dei suoi grandi campioni. Anche la "Gazzetta" è rosa: un rosa storico che si appresta ai suoi cento anni.
Dalle sue pagine, cari motociclisti, un abbraccio pieno di affetto.
Candido C.